IL CICLO DI DRENAI di David Gemmell

31.05.2013 11:50

La Saga dei Drenai – David Gemmell (Londra, 1 agosto 1948 – 28 luglio 2006)

L'impeto dei Drenai - Gemmell David

David Gemmell è considerato uno dei più autorevoli scrittori di fantasy al mondo, conosciuto soprattutto per la Saga dei Drenai, composta da undici volumi, pubblicati dal 1984 al 2004:


    La leggenda dei Drenai (Legend)
    Le spade dei Drenai (The King Beyond the Gate)
    Waylander dei Drenai (Waylander)
    L'ultimo eroe dei Drenai (Quest for Lost Heroes)
    Il lupo dei Drenai (In the Realm of the Wolf)
    La leggenda di Druss (The First Chronicles of Druss the Legend)
    L'impeto dei Drenai (The Legend of Deathwalker)
    Guerrieri d'inverno (Winter Warriors)
    L'eroe nell'ombra (Hero in the Shadows)
    Il lupo bianco (White Wolf)
    Le spade del giorno e della notte (The Sword of Night and Day)

 

Nel vasto mondo di Gemmell, non possono mancare gli eroi. Essi, con le loro paure, i loro desideri e i loro ideali cambiano il destino di queste grandi terre:

Druss ha combattuto centinaia di battaglie e scolpito decine di leggende. Conosciuto nel Drenai come Druss la Leggenda, in Ventria come Colui che Invia, in Vaglia come L'uomo con L'ascia, a Lentria come l'Uccisore d'Argento e tra i Nadir come Morte che Cammina

Waylander l'Assassino, abile nell'omicidio senza eguali. Con lui, la famosa balestra dalle quadrelle nere, simbolo di morte. I suoi viaggi verso lande sperdute e desolate sono atti di eroismo destinati a essere dimenticati

un mondo di sciamani e guerrieri, di sangue e di visioni, di sacrifici e di atti di sublime eroismo...

 

INTERVISTA DEL 1996 PER L'ENCICLOPEDIA DI SCIENCE FICTION di Clute e Nicholls poco prima della pubblicazione del suo ultimo lavoro, "L'impeto dei Drenai"

DAVID GEMMELL- "Non c'è violenza gratuita nei miei libri. E' soltanto che si trovano in un mondo di stile medioevale, di solito nel mezzo di una guerra e quindi non può non esserci della violenza in una situazione del genere".

SN- E la violenza ha sicuramente giocato una parte importante nella sua vita..

DG- "Sono cresciuto in parte violenta dell'ovest di Londra", spiega "Ancor prima dei sedici anni avevo più di sessanta punti causati da scontri"

SN- Qual è stato il momento peggiore?

DG- "Il peggiore è stato anche il migliore. Era la notte prima di un esame GCE, ed ero andato con alcuni miei amici in un club per vedere una band. Ad un certo punto è entrato un gruppo di brutti ceffi molto conosciuti, e tre di loro erano venuti per me. Il mio braccio sinistro venne fratturato in tre punti ed il mio naso rotto. Questa era la parte peggiore. La migliore è che sono stato seduto tutta la notte ad imparare a scrivere con la mano destra ed ho quindi passato l'esame il giorno seguente. E meglio ancora, a scuola sono diventato un eroe. E' stato lo "spartiacque" della mia vita, e da quel momento tutto è derivato da questo fatto".

"Ma la violenza è solo un componente della mia opera", aggiunge "tendo a concentrarmi su coraggio, lealtà, amore e redenzione. Io credo in queste cose. Rifiuto di essere cinico riguardo il mondo, e non mi unirò ai sarcastici o ai disfattisti. Non posso fare molto a proposito di John Major e della sua banda di incompetenti, ma posso stare sicuro che la mia vita non sia corrotta dalla loro squallida visione della società".

SN- Guarda i politici come se occupassero gli anelli più bassi della catena alimentare.

DG- "Io li detesto positivamente. Qualsiasi politico può convincerti che un panino di sterco sia nutriente e saporito; ed il migliore di loro ti farà credere che tu sia il solo a cui non piace il sapore. Se questi bastardi sono la realtà, datemi solo della fantasia (fantasy)!"

SN- Questo ci porta al perchè abbia scelto di scrivere della fantasy per cominciare. Con la sola eccezione di "White Knight Black Swan", un thriller pubblicato nel 1993 con lo pseudonimo di Ross Harding, le sue opere sono sempre appartenute al genere fantasy. Qual è l'interesse?

DG- "Amo il genere. Attraverso la storia, le società l'hanno usato per insegnare ai giovani il giusto e lo sbagliato, il bene ed il male. La buona fantasy risponde ad un profondo bisogno dei giovani. Sono i soli con dei sogni romantici, una generazione in cerca di ideali. Il cinismo del mondo non li ha ancora corrotti. Ma quando diventano più vecchi, alcuni di loro verranno succhiato dalla malattia. Non si chiedono più perchè nei centri per la prevenzione degli stupri dicono alle donne di gridare "Al fuoco!" quando sono attaccate, perchè se gridassero allo stupro nessuno verrebbe ad aiutarle. Cominciano ad usare frasi come "Non è un mio problema" e "Non lasciarti coinvolgere". La fantasy non riguarda lo scarico di responsabilità".

SN- Allora cosa riguarda?

DG- "Riguarda eroi, persone che fanno la cosa giusta incuranti del costo per loro stessi. Gli eroi fantasy non dicono "Bene, deve essere giusto cacciare un ragazzo dal paese perchè l'Arabia Saudita ha minacciato di cancellare un contratto di difesa". La fantasy riguarda gli assoluti. E' l'antitesi del compromesso. Se c'è qualcosa che vorrei che i miei libri ottengano, sarebbe incrementare il desiderio delle persone di fare del bene. Quello che sto dicendo è che gli eroi non fanno compromessi. Non lo fanno e basta, non importa quanto colossale sia il male".

SN- L'anno scorso Gemmell aveva ricevuto una lettera di un fan che sottolinea il punto.

DG- "Questo ragazzo mi disse che stava camminando con il suo cane quando ha visto due uomini attaccare una donna. Allora si è gettato nella mischia e questi sono scappati. Disse che aveva appena finito di leggere uno dei miei libri e pensava che questa era la ragione per cui aveva agito così rapidamente. Non posso dirti cosa ha significato questo per me. Ma non è stata una sorpresa, veramente. Avevo una specie di aspettativa a riguardo. Ed io onestamente credo che nessuna donna avrebbe bisogno di gridare al fuoco se ci fosse stato un fan di Gemmell nelle vicinanze. Le persone che non comprendono la natura dell'eroismo non leggono i miei libri o, se lo fanno, non li capiscono, quindi non li apprezzano. Poi li etichettano come "macho" o violenti. Ma non mi preoccupo delle critiche".

SN- Solo una volta ha reagito a una brutta critica.

DG- "Quando ho cominciato ho deciso che sarei stato il più lontano possibile dallo stile di fantasy di Tolkien. Ho pensato che mi sarei concentrato sulla caratterizzazione, basando gli eroi su persone reali. Poi ho letto un articolo su "The Daily Telegraph": "L'unica cosa che mi è piaciuta di 'Il lupo dei Drenai', imitazione di Tolkien senza caratterizzazione, è la ragazza sulla copertina”. Ho immaginato che quello che aveva scritto l’articolo o non aveva letto il libro o era un idiota. Lui mi ha detto che il libro l’aveva letto. Nel mondo non ci sono mai abbastanza idioti”.

SN- L'attitudine dello stabilimento letterario nei confronti della fantasy e dei generi relativi persuade la maggior parte dei lettori a tralasciare la materia. Mi domandavo se Gemmell risentisse del fatto di essere allontanato da un pubblico potenzialmente più ampio.

DG- "No. Suppongo che mi sarei irritato se non avessi guadagnato abbastanza per prendermi una vacanza a Palm Springs. Benchè posso vedere che per gli autori che non hanno avuto successo commercialmente l'etichetta di fantasy potrebbe essere un problema. Qualche volta mi viene detto "Se più gente leggesse i tuoi libri li amerebbero molto e…" E cosa? Avrei più denaro. Diventa una questione di scala. I miei libri escono, vengono venduti in gran numero ed io conduco una buona vita. Questo mi dà la possibilità di fare ciò che amo, cioè scrivere altri libri. La mia funzione come scrittore è quella di intrattenere. Inizialmente di intrattenere me stesso, ed in via secondaria gli altri".

SN- Ti ha mai causato problemi il fatto di basare i tuoi personaggi su persone reali?

DG- "Quando stavo scrivendo 'Waylander dei Drenai' ho deciso di usare tutte le persone con cui lavoravo. Appena dopo che era stato pubblicato nel 1986, sono stato licenziato. Apparentemente, il direttore del managing lo considerava un velenoso attacco alla sua integrità".

SN- Presumibilmente, l'uso di persone reali come modelli aggiunge credibilità, sia per Gemmell che per i fan.

DG- "Devi far credere a te stesso che quello che stai scrivendo è reale. Devi credere che i personaggi siano reali, che le situazioni in cui si trovano sono terribili e che devono uscirne. Non puoi sederti a pensare "Questi sono solo segni su uno schermo, non gli succederà assolutamente niente". Per me è reale. Se sono davvero 'piatto' quando accendo il mio PC, faccio in modo che uno dei miei personaggi si ponga una domanda. Può esser qualcosa di semplice come "Cosa diavolo stiamo facendo?" o "Qual è il punto di tutto questo?". La domanda non è importante. Quello che importa è che essa porta il personaggio dentro un argomento, ed attraverso questo io comprendo dove sta andando la storia. All'inizio della mia carriera come scrittore facevo un sacco di cambiamenti, fino a quando non ho imparato a credere nei miei personaggi".

SN- Una delle sue creazioni più vivide, il solitario omicida Jon Shannow, è ispirato da qualcuno che ha conosciuto trenta anni fa.

DG- "Il modello per Shannow è in uomo che più tardi è finito in prigione in seguito ad una rapina a mano armata. Non vorrei nominarlo. Era un uomo molto strano, ma è successo che mi piacesse terribilmente. Era un uomo che, negli anni Sessanta, quando tutti stavano diventando molto liberi e trasandati, vestiva nella maniera che usava dieci anni prima. Era fantasticamente fuori controllo. Sempre. Se arrivava ad un momento di violenza, era letale. E vedeva veramente il mondo in bianco e nero".

SN- I due sono andati ad una festa assieme…

DG- "Non era la mia festa," racconta Gemmell, “e conoscendo la sua attitudine alla violenza gli ho fatto promettere che non avrebbe picchiato nessuno. La festa non mi piaceva e quindi me ne sono andato, mentre lui è rimasto. La ragazza che stava tenendo la festa voleva verificare quanto duro fosse il suo ragazzo, quindi gli ha detto 'Quell’uomo non è stato invitato. Buttalo fuori.' Il ragazzo si è avvicinato e gli ha detto 'Ehi tu, non sei stato invitato. Vattene fuori dalle palle'. Il mio amico gli ha spiegato che ero stato io ad invitarlo. Allora il ragazzo gli ha risposto 'Non è la festa di David, quindi fuori dalle palle.' Adesso, lui mi aveva promesso di non colpire nessuno, ma era stato insultato. Allora ha tirato il suo whisky sulla faccia del ragazzo. Poi ha alzato il braccio ed ha rotto il bicchiere. Aveva un sacco di frammenti di vetro conficcati nella sua mano e moltissimo sangue che fuoriusciva dai tagli e continuava a fissare l'altro. Il ragazzo lo guardava completamente terrorizzato, come chiunque altro avrebbe fatto. Perchè sapeva che, in quel momento, aveva a che fare con un pazzo...”

SN- Gemmell ammette che Shannow è più o meno il suo personaggio preferito. E' molto allettante la possibilità di chiedere se è così perchè lui simpatizza con questo personaggio.

DG- “Oh sì. Shannow è il personaggio più vicino a me di cui abbia mai scritto. Malgrado il fatto che sono stata abbastanza fortunato da essere amato da mia moglie e dai miei migliori amici, sono rimasto essenzialmente, a causa delle mie esperienze, un uomo malinconico e solitario, non ho mai avuto esperienze di cameratismo come quelle di cui ho scritto. Ho giustamente imparato attraverso la mia vita che se sono in difficoltà, sono da solo. E questo è il modo migliore di essere. Non devi avere paura di nessun altro. Non devi spaventarti della persona che ti sta per aiutare. Perchè non c’è nessuno. Questo ti rende più forte”.

SN- Dopo una carriera di 12 anni passata con la Random House, David Gemmell è passato recentemente alla Transworld's Bantam Press. Questo mese pubblicano il suo romanzo più recente “L'impeto dei Drenai”, un ulteriore uscita per il suo famoso personaggio Druss, l’eroe guerriero che ha debuttato in “La leggenda dei Drenai”, il primo libro dell'autore. Gemmell riflette sullo spostamento.

DG- “Le persone alla Random House sono un grande gruppo, ma era tempo di muoversi. Ci sono state alcune liti, soprattutto a proposito del marketing e delle copertine, ma ho molti più ricordi buoni che cattivi”.

SN- Perchè ha scelto di andare alla Transworld?

DG- “Perchè no? Ho detto al mio agente che volevo incontrare la squadra della Transworld prima di firmare. Quando sono andato lì mi hanno chiesto dove volevo andare per pranzo. Io ho risposto che volevo una pizza. Siamo andati ad un Pizza Express, ed era pieno di gente della Transworld che stava mangiando assieme. Niente posti di èlite, i capi e gli impiegati erano fianco a fianco. Ho capito che quello era il posto dove volevo stare”.

SN- Quindi non sono state le 600.000 sterline che l’hanno attratta?

DG- “No, è stata la pizza. Ed il fatto che naturalmente era un bel posto in cui lavorare”.

SN- Questo significa che, in certi casi, i soldi non sono così importanti come lo erano una volta.

DG- “Sono stato recentemente in vacanza in Arizona ed un amico mi ha chiesto a che cosa assomigliava il deserto. Gliel'ho descritto ed allora mi ha risposto 'Si, ma io intendevo come ci si sente quando ci si cammina attraverso.' Improvvisamente ho capito che avevo visto il deserto solo da una limousine con l'aria condizionata mentre mi recavo a Phoenix. I soldi ti isolano dalla realtà”.